Il castagno è piuttosto sensibile al freddo e non tollera i terreni ricchi di calcio, per cui in Trentino la sua diffusione è abbastanza limitata. La coltivazione è stata in passato, soprattutto in aree della Valsugana, Valle dei Laghi e Brentonico, una risorsa economica importante. La castagna è infatti un frutto molto energetico, di composizione Continua a leggere
In Trentino il mais, pianta dell’America centrale, venne coltivato a partire dalla seconda metà del 1600, ma la sua diffusione fu lenta, poiché alla popolazione ripugnava cibarsi della sua farina. Fu solo nel corso del 1800 che il grano turco, detto anche sorgo, zaldo o formentaz, si diffuse ovunque, fino ad essere coltivato anche nelle Continua a leggere
Conosciuta in trentino come acacia o acàz, questa pianta originaria dell’America del Nord in tempi lontani è stata portata in Europa e in altri continenti e si è diffusa enormemente grazie alla sua adattabilità. Da noi cresce abbondante nelle zone di bassa quota, invadendo velocemente i prati e i campi abbandonati. Il legno è usato Continua a leggere
Il cavolo cappuccio, chiamato in Trentino capuss, è un ortaggio coltivato da noi fin dall’antichità. Ne esistono varietà che maturano in primavera-estate e altre autunnali o invernali. Con i cappucci affettati sottilmente e fatti fermentare in un apposito contenitore in legno, aggiungendo sale, si ottengono i crauti, conservabili nel tempo e ricchissimi di vitamina C, Continua a leggere
Il biotopo e Riserva naturale provinciale Taio di Nomi si raggiunge a piedi in pochi minuti dall’abitato di Nomi. Nel corso della seconda metà del 1800, in seguito ad una serie di disastrose alluvioni, l’amministrazione austroungarica intraprese un complesso di interventi idraulici sui corsi d’acqua volti a proteggere dalle esondazioni i centri abitati della Val Continua a leggere
Castel Beseno dista una ventina di chilometri da Trento. Con l’automobile si può salire fino allo spazioso parcheggio posto a 5 minuti di cammino dal castello, ma è un peccato perdersi la salita a piedi con partenza da Besenello, perché essa permette di contemplare con tutta calma il fondovalle, camminando in sicurezza sul marciapiede appositamente Continua a leggere
La zona di Servis dista meno di tre chilometri da Pomarolo e si può raggiungere in auto in pochi minuti, oltrepassando il paese di Savignano. Ci sono varie stradine e sentieri che percorrono tutta la zona, caratterizzata da un incantevole mosaico di prati, campi, boschi di latifoglie, prati aridi e aree paludose. Servis coincide con Continua a leggere
Il gelso bianco e quello nero – morari in dialetto – vennero introdotte in Europa dal lontano oriente per produrre le foglie necessarie all’allevamento del baco da seta. Da noi i primi gelsi furono piantati in Vallagarina durante la dominazione veneta (1416-1509), nel 1700 e 1800 la loro coltivazione si diffuse enormemente in tutte le Continua a leggere
La segale, originaria dell’Asia minore, ebbe in passato una grande importante per la gente delle valli trentine. Questo cereale è infatti un “campione di sopravvivenza”, rustico e resistente al freddo; riesce a dar frutto a quote, sopra i 1500 metri, dove il frumento e l’orzo non crescono. La farina di segale, con cui si fa Continua a leggere
Il Rifugio Monte Calino (976 m) si può raggiungere dalla zona di Tenno con questi itinerari: da Ville del Monte (frazione S. Antonio) col sentiero SAT 406 che passa da Canale e poi dalle Case Bastiani (ore 1 e 1/2) da Gavazzo Nuova per il Sentiero Val di Gola, segnavia SAT 401 che per la Continua a leggere